A volte ci sono momenti in cui, semplicemente, non hai voglia di usare la macchina fotografica, nemmeno ci pensi: non che non si voglia immortalare quell'attimo, tutt'altro, solo che si vuole viverlo appieno e di persona. Il filtro dell'obbiettivo, anche se solo per qualche secondo, mette una patina tra ciò che sta accadendo e ciò che si sta vivendo: ci stacca e ci allontana.
Martedì sera è stato così...
Ferrara, una città che non avevo mai visto;
una splendida compagnia che purtroppo non frequento spesso;
del cibo che non avevo mai assaggiato;
e tanto altro...
Dei miei racconti, delle mie foto non potrebbero darvi l'impressione di quella sera, perché in effetti l'unico modo sarebbe essere me ed avere la macchina del tempo.
Capiamoci: niente di eclatante!
Forse è proprio quello: niente di anormale, ironico, assurdo, spettacolare o altro, niente di "guardate questo!" oppure "assurdo sentite questa!".
Una serata in una città dal centro storico stupendo, tenuto pulito ed ordinato, forse con poche luci ad hoc, ma molto bello.
Una cena a base di piatti tradizionali dai sapori "decisi": cappellacci di zucca al burro e salvia (dolci, quasi un dessert), salama da sugo con il suo contorno di purè (ecco forse questo è un punto da "assurdo": mai mangiato qualcosa di più salato in tutta la mia vita!); una fetta di torta tenerina (cioccolato all'ennesima potenza).
Una passeggiata rilassante, senza pretese, intima.
Ferrara, il suo centro storico ed il suo ghetto mi rivedranno, magari in veste "turistica" armata di macchina fotografica, ma non questa volta...questa volta è stato più un segreto condiviso!